Una rivoluzione senza futuro. Perché la sinistra non può (più) dirsi marxista
L'esigenza di un ripensamento radicale delle forme della nostra convivenza sociale e politica ha spinto Ermanno Bencivenga a una resa dei conti con il marxismo. Secondo l'autore, Marx nega la dimensione politica dell'uomo e le sostituisce l'idea di un organismo perfettamente integrato, per cui non si pone mai il problema dei dialogo con un altro da sé. La sua visione sacrifica "quel temporaneo che noi siamo, quella struttura frattale sempre disponibile alla sorpresa e alla bellezza che costituisce il tessuto del nostro vivere", e da essa seguono, nell'interpretazione di Bencivenga, "i vari peccati originali della sinistra internazionale". Se l'agire politico perde ogni dignità indipendente ed è ridotto a pura strumentalità , se ne smarriscono i punti di riferimento concettuali e pratici, quindi "vanno bene gli inciuci con il nemico, le gerarchie antidemocratiche, il propagandare falsità o il non rivelare i propri intenti". Se il pluralismo che caratterizza la nostra umanità viene appiattito su un unico livello di analisi, svanisce l'alterità dell'altro e con essa si dissolve 'il registro etico', al punto che "a chi si ostina a esprimere approvazione o sdegno per ciò che lo circonda, o a fare proposte di cambiamento, è riservato un sorrisetto ironico". Infine, paradossalmente, la natura economica del riduzionismo marxista causa l'"identificazione con l'aggressore tipica di Marx" e la sua "ammirazione evidente per la natura progressiva del capitalismo". Quella fra liberismo e marxismo si rivela così una tragica lotta in famiglia, cieca a ogni reale alternativa. Con un tono volutamente comunicativo ma in costante confronto con l'intero corpus marxiano, Bencivenga, uomo di sinistra che non è mai stato seguace di Marx, invita a un dibattito che non riguarda esclusivamente chi si sente figlio della tradizione marxista, ma tutti quanti sono d'accordo con lui che solo capire fino in fondo i nostri presupposti e limiti teorici può aprire la strada a un destino più nobile e degno.
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