Abitare la battaglia. La storia di Giuseppe Verdi
Quest'opera fu pubblicata postuma nel 1970 per le amorose cure di Fedele d'Amico. A proposito di essa poche settimane prima della morte Gabriele Baldini scriveva a un amico: "Da tempo vagheggio un titolo di fantasia, e il titolo di fantasia che più mi persuade, semplicemente perché è quello che la descrive meglio, sarebbe 'Abitare la battaglia'." Questa dichiarazione, apposta come bilancio a un libro perfettamente compiuto nelle intenzioni anche se troncato dalla morte, potrà forse apparire enigmatica. Eppure Baldini intendeva il suo nuovo libro proprio come un'alternativa a quel rigoroso 'habitus' filologico che gli era connaturato, voleva tentare lo scatto dell'immaginazione, bruciare una passione vecchia di anni, 'abitare' una battaglia tante volte studiata. Certo la bibliografia su Verdi è ricchissima di libri brillanti, talora originali fino alla stravaganza. Ma in queste pagine, opportunamente riproposte in occasione del centenario della morte del musicista, il 'fatto' verdiano è assorbito nella sua totalità da una sensualità ostinata, che di volta in volta si accanisce sulla linea melodica o sul libretto e sulle sue misteriose parentele con la grande letteratura, oppure affronta il musicista, le sue donne e i suoi impresari sullo sfondo della solenne campagna padana.
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