Pace. Testo greco a fronte

Pace. Testo greco a fronte

Una commedia fantastica, o forse onirica: la scommessa di un uomo - un vecchio contadino ateniese, secondo il cliché del protagonista aristofanesco - che sale al cielo, cavalcando un gigantesco scarafaggio, per chiedere conto agli dèi del male che affligge gli uomini, in particolare, della guerra che da dieci anni insanguina la Grecia, la guerra cancro della vita sociale e civile. Ma gli dèi non ci sono più: disgustati dal comportamento degli uomini, si sono sottratti alle loro responsabilità sia delle loro sofferenze che del loro riscatto; per questo dovranno essere gli uomini stessi a mobilitarsi, disseppellendo la Pace dal mucchio di pietre che metaforicamente rappresenta il cumulo dei loro errori. E' così che la commedia diventa invece singolarmente concreta: una disamina lucida ripercorre le cause della guerra, rintracciando nella loro molteplicità il filo rosso del profitto personale, degli egoismi di partito, delle miopi visioni che mettendo gli Stati uno contro l'altro determinano la loro comune sconfitta, di cui è immagine viva la desolazione della terra. In una scintillante immagine del mondo restaurato, che riduce alla miseria i fabbricanti d'armi, culmina il successo della causa. Note di Fulvio Barberis.
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