Orgoglio e pregiudizio
"Orgoglio e pregiudizio" esce nel 1813, un anno cruciale per l'Inghilterra che lotta contro Napoleone: ma gli echi del conflitto non raggiungono le sue pagine. Il mondo cui l'autrice guarda, con l'intuito di una femminilità perspicace e maliziosa, è quello della vita familiare, su cui gli eventi storici incidono meno delle ragioni private: affetti e denaro. Ecco dunque, in un contesto di consuetudini quotidiane - pranzi, ricevimenti, gite -, consumarsi le gioie e i dissapori dell'intimità domestica, le perfidie della mondanità , le segrete trepidazioni degli amori giovanili, insidiati dai pregiudizi e dalle convenzioni sociali. Ecco personaggi di straordinaria evidenza psicologica ritratti con l'acume di chi ha ben penetrato i costumi e le figure del suo ambiente. Come dimenticare l'intrepida e sagace Elizabeth Bennet, l'ottuso padre Collins, il superbo Darcy, la tronfia e arrogante lady Catherine? Ci sono molto umorismo e molta verità in questo bel romanzo, scritto con grazia ironica e disincantata; e c'è soprattutto l'estro inventivo di una autentica artista (la più perfetta fra le scrittrici la giudicò Virginia Woolf), capace come poche di attrarre il lettore in quella sottile complicità di consensi e di attese da cui deriva il fascino maggiore della narrativa.
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