Fascismo in famiglia

Fascismo in famiglia

È datata 16 maggio 1938 e indirizzata al nonno Vitale Piga la lettera che Barbara Serra trova per caso nella villa di famiglia a Decimomannu, in Sardegna. Sulla carta ingiallita dal tempo è impresso il timbro di una svastica e accanto, sopra la firma illeggibile, campeggia la scritta «Heil Hitler!». Come una porta spalancata sull’abisso, questa lettera rimasta sepolta per anni precipita Barbara in un passato inquietante che chiede di essere riportato alla luce. Attraverso documenti d’archivio, fotografie e testimonianze, Fascismo in famiglia ricostruisce una storia che affonda le proprie radici nell’aspra terra del Sulcis e nel destino di un uomo costretto a una scelta lacerante: eroe di guerra, prima antifascista convinto, poi zelante collaboratore del regime, Vitale Piga è come molti italiani un simbolo del compromesso tra l’adesione a un ideale e il pragmatismo di chi vuol trarre il meglio anche dalle avversità. Così, mentre le leggi razziali spaccano il paese e sull’Europa si addensano nubi di guerra, Piga fa proprio il sogno fascista di Carbonia e delle sue miniere, accettando la nomina a podestà.
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