Sarai un uomo, figlio mio
Avere fiducia in sé stessi, ma osare mettersi in discussione; essere in grado di mantenere la calma, anche quando tutti la perdono; avere il coraggio di ricominciare, dando valore a ogni minuto della propria vita: solo in questo modo – maturando equilibrio e saggezza – è possibile crescere e diventare uomini. Pubblicata nel 1910, Sarai un uomo, figlio mio è una lettera in versi che Rudyard Kipling dedica al figlio tredicenne John e che Vittorino Andreoli analizza qui magistralmente, ripercorrendo la biografia dell'autore e sondando le dinamiche che muovono il rapporto unico e indissolubile tra padri e figli.