Il segno e la carne. Una lettura di Osea

Il segno e la carne. Una lettura di Osea

Osea operò negli ultimi tumultuosi anni di esistenza del regno del Nord, tra il 755 e il 724 a.C. circa. Parla e scrive durante dunque una grave crisi della sua terra, che culminerà, egli ancora in vita, con la prima deportazione in Mesopotamia. Fu quindi spettatore di un declino politico e religioso. Osea è profeta importante, forse essenziale, per quelle comunità o persone che stanno vivendo declini, crisi, che si stanno avviando verso una deportazione. Ecco allora già svelato il perché tornare oggi ai profeti biblici, e ad Osea in particolare. La profezia biblica è mappa preziosa e spesso unica per orientarsi bene nelle pericolose escursioni nebbiose, nelle discese scoscese fuori sentiero perché il sentiero non c’è o non è stato ancora tracciato. Nei passaggi difficili e rischiosi delle comunità è con i profeti che bisogna confrontarsi quotidianamente e tenacemente, da loro essere ammaestrati.
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