Il diaconato, vittima della sua novità?

Il diaconato, vittima della sua novità?

A più di quattro decenni dalla decisione del Vaticano II di ripristinare l'esercizio permanente del diaconato nella Chiesa latina, la sua ricezione, ancora in corso, permette di coglierne l'originalità in rapporto al ministero sacerdotale del vescovo e dei presbiteri e nel contempo i rischi della sua attuazione nelle circostanze presenti della vita della Chiesa.La modalità in cui esercitare il diaconato è multiforme: ci sono i "samaritani", impegnati soprattutto nel servizio caritativo e umanitario; i "profeti", attivi nel proprio ambiente professionale, socioculturale o associativo; i "pastori", che esercitano un incarico ecclesiale al servizio delle comunità e delle parrocchie. Queste diverse forme si dispiegano tuttavia tra due poli estremi: la supplenza presbiterale, sempre a rischio di fare del diacono un 'sub-prete', e la supplenza apostolica, che rischia invece di fare del diacono un 'super-laico'.Il diaconato permanente è quindi una novità che fatica a esprimersi nella sua originalità di ministero ordinato. In tale prospettiva il volume intende contribuire all'elaborazione di una teologia del diaconato, muovendosi tra teologia speculativa, pastorale e spiritualità, elementi di diritto canonico e perfino di sociologia delle organizzazioni.
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