Caligola. Amato, odiato, tradito: la storia mai raccontata del terzo imperatore
La vita non è stata tenera con Gaio Cesare, detto Caligola, terzo imperatore della dinastia giulio-claudia dopo Augusto e Tiberio. E non lo è stata la Storia, che ce lo ha tramandato come un mostro vizioso e sanguinario, un despota crudele, folle e spietato, incline ad assecondare ogni suo capriccio fino al punto di pensare alla nomina a senatore per il proprio cavallo Incitatus. Un ritratto talmente cupo, disumano e monocorde da risultare caricaturale. Qual è la verità? Figlio di un padre venerato mancato troppo presto, il grande Germanico, vissuto sin da piccolo in circostanze drammatiche, fra ribellioni, intrighi e cospirazioni, costretto ad assistere impotente alla rovina della madre amatissima e dei fratelli maggiori, Caligola darà prova di un indomabile istinto di sopravvivenza. Aggrappato alla vita con le unghie e coi denti, riuscirà a salire al sommo del potere. Ammirato dal popolo, odiato dal Senato, dovrà scoprire quanto sia effimero e vano il favore del primo e quanto implacabile e feroce il rancore del secondo, fino a soccombere a soli ventotto anni sotto i pugnali dell'ultima delle congiure architettate contro di lui, tradito da coloro che gli erano più vicini. Grazie all'appassionata ricerca e alla penna vivacissima di Silvia Stucchi ci addentriamo nei meandri di una vicenda a tratti fosca, a tratti commovente, ricca di colpi di scena, che ci regala un quadro inedito e avvincente dei primi decenni dell'impero e insieme un ritratto di Caligola capace di rendere giustizia alla complessità e allo spessore del personaggio: un talento incompreso, un visionario che cercò caparbiamente l'amore del suo popolo e trovò la morte per aver sognato un avvenire diverso per Roma.