La forza tranquilla. Lezioni sul combattere
Le arti del combattimento hanno fatto parte del bagaglio formativo di ogni uomo perlomeno fino a tutto il diciannovesimo secolo, pensate soltanto alla scherma: i duelli alla spada e alla sciabola sono stati fatti fino agli anni Trenta del Novecento. E stiamo parlando soprattutto degli appartenenti alle classi più elevate della società: nel mondo antico combattevano soprattutto i cittadini più abbienti, coloro che potevano pagarsi un'armatura, nel Medio Evo soltanto i nobili potevano addestrarsi per diventare cavalieri e in epoche più recenti soltanto i ricchi potevano pagarsi le lezioni di scherma. Solo la contemporaneità ha reso non necessarie certe competenze che, per secoli e secoli, servivano a un fine piuttosto importante: salvarsi la vita. Che senso ha oggi voler imparare a combattere? Il libro di Federico Tisi non è un manuale tecnico, non si inserisce nell'infinita bibliografia della manualistica marziale. Questo scritto affascinante e sapienziale è tutta un'altra cosa. È un testo che ci insegna che cosa significa provare paura e come si gestiscono, come si controllano le tensioni, le ansie, l'angoscia di doversi confrontare con un altro essere umano che vuole aggredirci. Che cos'è l'aggressività? Che cos'è la violenza? Come ci si confronta con le pulsioni più istintive? È uno scritto che ci mostra come aver il controllo sul nostro corpo e, eventualmente, su quello di un altro, è una lettura che ci apre ai segreti di un mondo per certi versi inquietante, ma che ha radice profonde nel nostro essere più ancestrale. Un libro che smitizza molti luoghi comuni sulle arti marziali e sugli sport da combattimento, un'opera che ha pochi equivalenti nella bibliografia su questo tema, perché non è un manuale tecnico, ma un testo sapienziale, un libro importante per capire qualcosa di noi stessi con la quale o non ci siamo mai confrontati o lo abbiamo fatto in maniera sbagliata.