Quando volevamo fermare il mondo
Sullo sfondo di uno degli eventi più tragici della storia recente, un grande romanzo di tensione mette in scena i destini di due amici che si ritrovano inesorabilmente ai due lati della barricata. Oltre c'era il mare. Calmo e indifferente. Severo, così mi sembrò, mi ricordava che Genova non meritava quello che avevamo fatto. Mi fece sentire in colpa e chiesi scusa per la mia parte, consapevolmente che lei presto avrebbe dimenticato e perdonato. Cosa che non sarebbe riuscita a me. Solitario, taciturno, appassionato di musica rock, Massimo Valeri è un ispettore di polizia, da tutti chiamato l’Indiano per via dei tratti somatici ereditati dalla madre, una circense di origine sinti che lo abbandonò quando aveva due anni. Vive su una barca che un tempo apparteneva al padre adottivo e non ha legami se non quello con la sua moto, che gli fa riscoprire l’anima nomade. Seduto al tavolino di un chiosco vicino al mare, sta aspettando una persona legata a un passato dal quale è fuggito molti anni prima, dopo aver vissuto la delusione del tradimento. Pietro, l’amico con cui condivideva sogni e ideali, che era come un fratello finché l’amore per Giulia non li ha divisi mandando tutto in frantumi. Una distanza incolmabile che fatalmente si è quasi annullata a Genova, nei drammatici giorni del G8, dove entrambi, senza saperlo, si trovavano a pochi metri l’uno dall’altro, solo su due fronti opposti: Massimo tra chi vestiva la divisa, Pietro tra i manifestanti No-global. Un’esperienza sconvolgente che, in modo diverso, ha lasciato su di loro cicatrici profonde. È giunto il momento della resa dei conti fra due anime una volta vicine, separate dalle scelte personali e dagli schieramenti. Un incontro che forse permetterà a entrambi di ripartire finalmente con una nuova vita.