The devil in the kitchen. La vita dannata di uno chef stellato
L'autobiografia dell'enfant terrible che ha creato lo chef contemporaneo. Con la prefazione di Andrea Petrini, giornalista e food curator di fama internazionale. «Stuzzicante» – Vogue «La sua cucina è un insieme di creazioni sgargianti, con soprannaturale equilibrio, appassionata come una lettera d'amore» – New Yorker «Marco è un dono all'umanità, un cuoco con più passione di quanta ne abbia mai trovata altrove. La sua è la voce di un genio e i fatti che narra divertono quasi come se li avessimo visti di persona» – Mario Batali Lo hanno definito in mille modi: Pinturicchio della cucina, profeta del gastro-punk, anarchico pazzoide. Prima di lui, l'alta cucina come la conosciamo oggi – un'esperienza dei sensi e dello spirito, una forma di arte e al tempo stesso un remuneratissimo business – non esisteva. Prima di lui non esistevano gli chef geniali, iracondi e venerati come rockstar. Marco Pierre White, maestro di Gordon Ramsey, Heston Blumenthal e Mario Batali, è stato per la cucina una figura iconica: punto di rottura, rivoluzione, genialità. La sua vita privata e la sua vita professionale sono il simbolo di un'epoca, gli anni Ottanta e Novanta, in cui le arti, la società, il mercato hanno subito una profonda trasformazione. Questa è la sua autobiografia, elegante, appassionata, senza mediazioni, con tutte le ombre, con tutte le luci.
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