Una strega a Beverly Hills
Tra le sabbie della California viene trovato il cadavere nudo di una donna giovane e bellissima. Chi era la donna? E chi è il suo assassino? Sembra il classico avvio di un buon giallo. Ma "Una strega a Beverly Hills" è molto più di un buon giallo. Perché al centro dell'indagine, delle sorprese, dei colpi di scena, del finale inatteso c'è ancora una volta il personaggio della ragazzina lussuriosa, della piccola strega divoratrice di uomini che Goetz aveva creato in "Tatiana" e che qui porta a nuovi livelli di fascinosa perversione. Solo uno scrittore come lui, che arrivava a Hollywood dai palcoscenici caustici e irriverenti della Mitteleuropa, poteva dar vita a un personaggio così instintivamente amorale e a un'America così velenosamente ridicola. Il risultato è questo libro inconsueto, che Goetz dedica premurosamente alla moglie, "la quale sostiene che non riesco a scrivere un romanzo erotico". Vi è riuscito? Ai lettori una sentenza tutt'altro che ardua.
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