Fiabe dalle colline dei rifiuti
Ai margini di una metropoli che sta da secoli sul confine fra l'Asia e l'Europa, in uno spazio-tempo che non è ancora quello urbano e non è più quello rurale, sorge improvvisa e clandestina una comunità di baraccati. Gente povera e dai destini incerti - senza casa, né lavoro, resa ancor più fragile dalla perdita delle radici originarie - si aggrega via via attirata dal miraggio di una nuova esistenza, ma per sopravvivere può sfruttare soltanto la massa di rifiuti, rottami e spazzatura che si accumula al margine della grande città. Così ciascuno degli abitanti delle Colline dei Rifiuti, vecchi e bambini, zingari e ambulanti, massaie e disoccupati, orsi e gabbiani, prostitute e saggi, giocatori d'azzardo e speculatori, guaritrici e cantastorie, manovali e poeti, si impegna a suo modo per costruirsi un destino che lo sollevi dal fango e dalla catastrofe sempre imminente. La minaccia della cancellazione improvvisa e totale, provocata dalla violenza degli elementi naturali e più ancora dagli spietati agenti umani - inquinamento e imbroglio, avidità e superstizioni - domina infatti la vita nella baraccopoli. Cosicché l'unico rifugio, l'unica promessa di permanenza e di memoria individuale e collettiva sta nel potere delle parole.Come nota acutamente lo scrittore e critico John Berger, la gente dalle Colline dei Rifiuti "sa bene come i soprannomi, le storie, le voci, le filastrocche, i pettegolezzi, le battute di spirito rappresentino una sorta di casa, anzi, la più solida delle case, quando tutto il resto intorno è instabile, improvvisato, precario e senza alcuna garanzia". E le "Fiabe dalle Colline dei Rifiuti", fiabe che nascono "dall'insopprimibile energia fantastica di una comunità che è privata di qualsiasi rifugio o certezza", contengono una promessa affascinante per tutti noi, per quanto scettici e disincantati: "la promessa che ancora e sempre, dalla spazzatura, dalle piume sparse, dalle ceneri e dai corpi smembrati, possa nascere qualcosa di nuovo e stupendo".
Momentaneamente non ordinabile