I ragazzi di Guernica
Guernica, città basca, 1937. La marea della guerra civile risale lungo la Spagna, ma i cannoni sono ancora lontani; eppure le relazioni tra la gente hanno già preso a cambiare, le ostilità politiche si mescolano con le antipatie personali, gli odi e le vendette antichi riaffiorano col pretesto delle fazioni e dei partiti. E giorno dopo giorno le certezze quotidiane si sgretolano, la paura si insinua e diffonde. E' così per tutti, anche per la famiglia del farmacista Espinosa: padre, madre e sette figli tra bambini e adolescenti. Anche per loro occorre difendersi da avversari inattesi, occorre all'improvviso decidere se abbandonare tutto e fuggire o se sperare che questa nuova sciagura passi, tutto sommato senza far troppo male. Finchè, il 26 aprile, i bombardieri tedeschi della Legione Condor vengono a sciogliere ogni dilemma. E ai superstiti - della famiglia, della città - resterà solo la fuga, l'emigrazione, il tentativo dolorosissimo di tornare alla vita in un paese straniero o il desiderio disperato di trovarvi la morte scampata in patria. Scritto in esilio e pubblicato in Olanda alla vigilia dell'invasione della Polonia, "I ragazzi di Guernica" è un'opera che, tra sprazzi di assoluta visionarietà e momenti di sofferta riflessione, mantiene vivi gli orrori di una tragedia indimenticabile. Il romanzo è preceduto da una introduzione di Thomas Mann, gesto di partecipazione civile ancor prima che letteraria, e viene qui riproposto nella classica traduzione di Ervinio Pocar, indimenticabile voce italiana di tanta letteratura tedesca.
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