La condizione giuridica del povero e del mendicante nella Firenze del Settecento e la Congregazione di San Giovanni Battista-Statuti della Congregazione... (2 vol.)
L'atteggiamento nei confronti della povertà ha assunto in epoche e culture diverse una varietà di forme estremamente ampia, spaziando da un estremo negativo, in cui il pauperismo è assimilato a fenomeni critici quali il vagabondaggio e il brigantaggio, a un estremo positivo, dove la figura del povero, con i suoi attributi canonici di umiltà e di distacco dai beni terreni, viene innalzata a modello ideale di virtù. Questa varietà di concezioni traspare molto chiaramente dalle leggi e dalle ordinanze sulla povertà emanate nei principali stati europei a partire dalla fine del medioevo e soprattutto tra il diciassettesimo e il diciottesimo secolo, quando il problema del pauperismo, a seguito del perdurare delle guerre e dello spopolamento delle campagne, comincia ad assumere nei centri urbani veri e propri caratteri di emergenza. In questo scenario, nei primi anni del 1700 nacque a Firenze la Congregazione di San Giovanni Battista con l'imprimatur del tramontante governo mediceo e destinata al non facile compito di regolare il diffuso accattonaggio del capoluogo granducale anche sotto il successivo governo lorenese. La Congregazione, benché munita secondo il costume dell'epoca di carcere e milizie proprie, sarà animata da uno spirito più filantropico e assistenziale che repressivo.
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