Cuore viola. Il colore della passione
Quando il palcoscenico si chiama Firenze, ieri e oggi si fondono sempre con naturalezza. La Fiorentina è l'emblema della sua città e Firenze è il simbolo del cuore viola. E come nella storia della città, anche in quella della squadra il sacro e il profano si incontrano nei racconti di chi ha scritto pagine di calcio indimenticabili fra vittorie, sconfitte, terribili infortuni. Come De Sisti, il capitano di quella Fiorentina 'yéyé' che nel 1969 vinse lo scudetto con il contributo decisivo di Cavallo Pazzo Chiarugi. O come Antognoni, "il bimbo che giocava guardando le stelle". Già, Antognoni: il campione del mondo del 1982 che non potè giocare la finale per un infortunio che sembrava il peggio che potesse capitare, e che invece era solo l'inizio... O come Sarti, il portiere dello scudetto del 1956, che parava mentre nella sua ombra cresceva uno dei più grandi numeri uno della storia del calcio: Enrico Albertosi. Sono solo alcuni dei campioni di ieri che hanno voluto testimoniare il loro amore per una squadra eterna e che hanno saputo passare il testimone ai campioni di oggi: Luca Toni su tutti. Ragazzi capaci di riprendere per mano una squadra sprofondata nell'inferno della serie C per riportarla in pochi anni alla ribalta della Champions League. Perché la Fiorentina è come la vita: non finisce, si tramanda.
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