Il malo esempio. Donne scostumate e prostituzione nella Firenze dell'Ottocento
Basato su fonti mai utilizzate prima, "Il malo esempio" illustra il passaggio dalle concezioni giuridiche e dalla prassi di polizia vigenti nel Granducato di Toscana, alla nuova impostazione dello Stato unitario in tema di comportamenti illeciti e prostituzione (il regolamento Cavour). Gli ordinamenti di polizia del Granducato, a partire dalle riforme leopoldine di fine Settecento, mostrano un'attenzione volta più a prevenire che a reprimere, aderente ai casi concreti, tutoria, personalizzata. Il paternalismo granducale (e il mondo che governa) conflagra vivamente, nel 1860, sotto l'impatto del Regolamento Cavour sulla prostituzione che, di fatto, crea un diritto a sé, o meglio, un' assenza di diritti per l'intero universo femminile, imponendo un'unica condizione: quella della prostituta, in eterna opposizione alla donna 'per bene'. Interessante è il quadro dei comportamenti che ne emerge, sia per le donne che sempre più numerose entrano a far parte della nuova categoria, sia per le istituzioni che mettono in atto i provvedimenti fortemente lesivi dell'autonomia e dei diritti delle donne in oggetto. Sotto questo aspetto, l'interpretazione proposta da Michela Turno con "Il malo esempio" sottolinea una caratteristica rilevante dell'identità del nuovo regno d'Italia, mettendo al tempo stesso in luce un passaggio significativo della storia di Firenze e della Toscana.
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