Io, Tituba strega nera di Salem

Io, Tituba strega nera di Salem

Nel 1692 la comunità puritana di Salem, nel New England, fu lacerata da uno dei più famigerati processi per stregoneria della storia. Le accuse, gli interrogatori, le torture e le condanne che seguirono, coinvolsero più di 150 persone e culminarono nella condanna a morte di 19 imputati, per la maggior parte donne. La nera Tituba, schiava di origine caraibica di proprietà del Reverendo Parris, fu accusata di istigare le donne e le fanciulle bianche alla stregoneria e al commercio con il Maligno; la giovane schiava veniva dalle piantagioni delle Antille, e il romanzo a lei ispirato si apre sul luogo della sua nascita, l'isola di Barbada. Tituba è figlia di una donna nera violentata da un marinaio bianco durante la traversata oceanica e, nel corso delle peripezie che sconvolgono la sua vita fin dall'infanzia, viene iniziata ai riti e alla magia da Man Yaya, una vecchia curatrice africana. Da allora, Tituba ricorrerà spesso ai sortilegi e ai contatti con gli spiriti della sua tradizione, per reagire al disprezzo e ai soprusi dei bianchi: tutto il romanzo è così percorso da un'atmosfera di magia e sensualità, ma al tempo stesso è fondato sulla sanguinaria realtà della schiavitù nelle colonie del Nuovo Mondo, delle rivolte di schiavi e della "caccia alle streghe" del Seicento.
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