I cristalli del cielo
Astronomo, esperto di ogni costellazione e di scienza, figlio illegittimo di un facoltoso mercante di Aleppo e di una schiava nubiana, alle soglie del 1600 Rashid al-Kenzy è prigioniero del 'qadi', il governatore di Algeri. Da questa provincia occidentale del grande impero della Sublime Porta si dipana la lunga scia "attorta come un tralcio di vite" che lo condurrà sino all'estremo Settentrione, terra degli infedeli, sulle tracce di un magico strumento ottico olandese capace di sondare le meraviglie del Creato. Avrà salva la vita, il prigioniero, a patto di portare a termine questa missione. Un romanzo d'avventure di rara efficacia (e per certi versi, singolare): qui si mettono in scena, in una fastosa ambientazione storica, il confronto con l'altro da sé e il lacerante dissidio tra fede religiosa e aspirazione alla conoscenza. La sua forza sta nella ricchezza del tessuto narrativo e nella scrittura di Mahjoub, capace di sedurre il lettore con il racconto di una vicenda straordinaria, ma anche di sorprenderlo con minuti e preziosi dettagli lirici, imprevisti, disseminati nel corpo del testo.