Il babbuino e la metafisica. Evoluzione di una mente sociale

Il babbuino e la metafisica. Evoluzione di una mente sociale

Nel 1838 Charles Darwin annotò su un taccuino: "Colui che comprende il babbuino contribuirà alla metafisica più di Locke". Quindici anni fa, Dorothy Cheney e Robert Seyfarth si sono proposti di raccogliere la sfida di Darwin: "Il babbuino e la metafisica" è la loro avvincente risposta. Cheney e Seyfarth hanno montato il loro campo in Botswana, nel Delta dell'Okavango, dove potevano osservare da vicino i babbuini e il loro universo sociale. Vivendo in gruppi di 150 individui fatti di una manciata di maschi e di otto o nove famiglie matrilineari, i babbuini sono un modello perfetto per uno studio simile. Ma Il babbuino e la metafisica affronta ben più che la pura organizzazione sociale di queste scimmie: lo scopo di Cheney e Seyfarth è la piena comprensione dell'intelligenza che ne è alla radice. Utilizzando innovativi esperimenti naturali e attingendo a studi sulla conoscenza nei primati e in altri animali, gli autori cercano di scoprire se i babbuini comprendono i rapporti di parentela, come utilizzano la comunicazione acustica, in che modo deducono le intenzioni e le motivazioni altrui e come gestiscono lo stress e i pericoli della vita allo stato brado. Si rendono così conto che per i babbuini, proprio come per gli esseri umani, la famiglia e le amicizie hanno il potere di alleviare gli effetti nocivi del dolore, dello stress e delle preoccupazioni.
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