Acqua come frontiera. Saggio sulla mobilità umana
Dai campi in Bosnia al Mediterraneo, dalle mura di Ceuta e Melilla fino all'Atlantico, le persone in movimento vengono respinte alle frontiere, trattenute in isole-prigione, risucchiate sul fondo del mare fino a diventare corpi senza identità. La questione migratoria viene brandita come arma di propaganda e affrontata come un'emergenza: una reazione paradossale, se pensiamo che il fenomeno della mobilità è legato a doppio filo alla storia dell'umanità. Ridurre le migrazioni a un problema di sicurezza non consente di cogliere l'orizzonte di opportunità che possono schiudere in termini di sviluppo sostenibile, cooperazione internazionale e transizione verde. Muovendo da una riflessione sullo spazio europeo come spazio politico da sempre imparentato all'idea di movimento, Caterina Di Fazio ci conduce al cuore della questione migratoria, dalle contraddizioni legate alle politiche di esternalizzazione delle frontiere alle contro-narrazioni capaci di rilanciare i princìpi di solidarietà e responsabilità condivisa.
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