Vogliamo tutto

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Pubblicato per la prima volta nel 1971, all’indomani delle rivolte del ‘68, il romanzo di Balestrini segue le vicissitudini di un operaio del Sud che si trova catapultato nel mondo della Fiat del boom economico. Qui, nella metropoli che bolle, il protagonista viene travolto dalla rete tentacolare della città e dalla violenza dei freddi ragionamenti capitalistici, mentre vede formarsi, strisciante e inarrestabile, la coscienza di una rivolta proletaria, sempre più vicina all’esplosione. Testo rivoluzionario, quello di Balestrini è un ordigno linguistico sorprendente: per scriverlo l’autore registrò il parlato di un operaio per poi restituirlo sulla pagina con un ritmo claudicante, accelerato, ipnotico. Così facendo ha composto un romanzo che parla a quanti vengono schiacciati da un lavoro che non li riconosce come umani, ed esplode nelle mani di chi, leggendolo, vede accendersi la fiamma di una speranza ulteriore, lontana dai precetti di una ortodossia asfissiante.
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