L'orologio astronomico
E., un vecchio, conosce A., una “Scorpioncina” di cui si invaghisce subito. Ma l’autore usa la cornice di questa passione per esplorare i limiti della narrazione, e nelle pagine inanella lettere, racconti, ricordi e frammenti, tutti scritti rimarcando un “io” narratore e un “tu” lettore. Svelando e contraddicendo il processo costruttivo del romanzo, Sanguineti rivendica l’infinito moltiplicarsi delle storie umane e trasforma l’orologio astronomico di Strasburgo in un crocevia di corpi e destini, con un avvicendarsi di eventi che nasconde una riflessione attenta sul potere dei mezzi di comunicazione. Dagli stralci di giornale ai primi videogiochi, ogni forma mediatica ci chiama a diventare parte attiva di un gioco, quello della vita, che ha sì delle regole di partenza, ma diversi finali possibili. La scrittura torna quindi a essere ricerca: un modo per riappropriarsi di sé in un alternarsi di cancellazioni e ripensamenti che ricalca appieno la poetica sanguinetiana dell’”imparare bene come scrivere male”.