Terra bruciata
Un futuro nel quale l’umanità è sull’orlo dell’estinzione, minacciata da una siccità assoluta. Fiumi e laghi sono scomparsi, gli oceani restano l’ultima riserva di acqua. Soffocati da una barriera causata dall’inquinamento, i mari sono diventati impermeabili, l’acqua non può evaporare e non vi è più il ciclo delle piogge. Tuttavia, gli oceani restano l’unica possibile fonte di salvezza, ed è lì che l’uomo si dirige. Indietro si lascia il deserto, la terra bruciata, ormai dominata da violenza e follia. In una previsione catastrofica, ma molto vicina al sentimento di angoscia contemporaneo, Ballard riflette sul senso della resa, ripercorrendo anche il suo passato di prigioniero in un campo di internamento giapponese a Shanghai durante la Seconda guerra mondiale. E proprio combinando il dramma personale con la crisi climatica globale, la narrazione mantiene un tono realistico, rendendo palpabile il sentimento di delirio che assale i superstiti della catastrofica siccità.