Le avventure di Guizzardi. Storia di un senza famiglia
Guizzardi detto Danci è una sorta di Pinocchio adulto, che scivola lungo una serie di avventure comiche e surreali tra pericolose e irascibili vedove, vecchi laidi e taccagni, indovini, fantasmi scorbutici, condòmini che tramano nell’ombra, indovini e violinisti matti. Su tutti Guizzardi posa lo sguardo stralunato di chi vede il mondo per la prima volta, non dà nulla per scontato e non conosce il parametro della normalità comunemente intesa. La precarietà con cui abita l’esistenza è la stessa con cui si esprime: il suo è un linguaggio strampalato e traballante, sbilenco, ma che proprio in virtù del suo essere “fuori asse” regala a Guizzardi un’autenticità e un genio inaspettato che rendono questo libro molto più che una commedia à la Buster Keaton. Come dice Paolo Nori nella sua prefazione, in questo susseguirsi di peripezie “c’è la miseria dei nostri pranzi e delle nostre vite geometrili, quella forza terribile e innominabile che ci costringe a stare insieme anche quando non ci sopportiamo, ci sono le nostre tristi, insignificanti esistenze che sono tutto quello che abbiamo.”