Bouvard e Pécuchet
"La 'betise' umana è un abisso senza fondo" diceva Flaubert, ma Bouvard e Pecuchet sono tutt'altro che due idioti. I due copisti e amici investono la grossa eredità di Bouvard per ritirarsi in campagna e per dedicarsi a un accanito sperimentalismo.Mettono in pratica le scienze, le dottrine, le credenze del tempo, spaziando dall'agricoltura al magnetismo, dall'archeologia alla pedagogia, ecc. Ma ogni esperienza si risolve immancabilmente in un fallimento. E la delusione è tale da persuaderli che l'unica soluzione sia farla finita; ma proprio allora rinvengono una possibilità alternativa: ritornare al vecchio e umile lavoro di copisti. I due protagonisti del romanzo - iniziato nel 1872 e pubblicato incompiuto un anno dopo la morte dello crittore -prendono sul serio scienze, filosofia, religione, politica, tecniche, tanto da spingerli alla loro verità ultima, ovvero l'incapactà di dare risposte al mistero del mondo e di modificarne l'assetto.Destrutturano il sapere del secolo, e forse, nella decisione finale di 'copiare' indistintamente qualsiasi cosa, svelano l'insignificanza anche dell'ultima illusione flaubertiana, la scrittura quale mezzo per dare un senso alle cose.
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