Esodo/nomi

Esodo/nomi

Perché tradurre un libro molte volte tradotto? Perché dar credito all'ultimo arrivato in lingua ebraica antica? Perché ho sostenuto che il libro "Esodo/Nomi" non è mai stato tradotto. L'impresa non rientra nella categoria delle truffe celebri, non ho venduto la fontana di Trevi a un turista americano. E' verità: ho tradotto questo libro pieno delle più grandi avventure sacre dell'umanità, come se non fosse stato mai fatto prima. Più che attenuto, mi sono appiattito, schiacciato sulla parola ebraica per riprodurla a calco in italiano: compreso per esempio l'ordine della frase o la rinuncia di quella lingua al verbo 'avere'.L'ho fatto per ammirazione, movente primo: non perché rifulga in questa veste più che nelle altre, ma per stabilire una forma della fedeltà, l'unica per me. L'intento è di procurare nostalgia dell'originale.In alcuni punti questa traduzione è scandalosa di riflesso, per la splendida brutalità d'immagine della lingua madre. E' un libro sacro, un'avventura per anime in fiamme e in travaglio, non per quieti. Ogni altra avvertenza è inutile.Erri De Luca
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