Nemmeno il destino
Alessandro, detto Ale, ha quindici anni e ha dato fuoco a una casa. Lo ha fatto con rabbia, per una specie di vendetta consumata contro chi ha voluto sfrattarne una coppia di coniugi anziani, i soli riferimenti rimastigli in una città ostile e spettrale. Sua madre, Adele, che lo ha avuto ragazzina da un uomo rimasto ignoto, è minata dalla malattia mentale e dalla paura di un mondo che osserva come "con gli occhi di un bambino di fronte a un temporale". Gli amici e coetanei di Ale - Ferdi e Tony - sono anch'essi segnati dal destino di fuga, sconfitta e tragedia che sembra incombere sull'ambiente in cui crescono. Ma è proprio a quel destino che Ale lancia la sua sfida. Una sfida dapprima inconsapevole, ignara della portata e del rischio, e poi più cosciente ("Temi il destino, ma non rispettarlo"), più lucida, man mano che Ale, nel bruciante conflitto in cui si getta, si fa più maturo e trova infine, nella rielaborazione della propria storia, uno strumento di formazione e riscatto ("Racconta. "Nemmeno il destino" te lo può impedire"). Storia di rabbia e storia d'amore e amicizia, Nemmeno il destino si muove tra ambienti in radicale contrasto: i colori scuri, nebbiosi di una città in cui la fine dell'industria tradizionale semina macerie urbane e sociali, e i colori vividi e luminosi della montagna (che evoca la possibilità di un mondo diverso). In un'edizione completamente riscritta e con varianti che ne accentuano il carattere irreconciliato e ribelle, questo romanzo, pubblicato per la prima volta nel 1997, ritorna in concomitanza con la riduzione cinematografica di uno dei più promettenti registi italiani della nuova generazione, Daniele Gaglianone, a sottolineare la forza visionaria e suggestiva e il ritmo trascinante già apprezzati a suo tempo dalla critica.
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