Dino Campana. Biografia di un poeta
"Colpito a quindici anni da un profondo squilibrio psichico, che lo spinge a vagabondare continuamente e che gli procura accessi d'incontrollabile furore, più volte rinchiuso in carcere e in ospedali psichiatrici, per anni Campana non fa altro che viaggiare, sperimentando ogni sorta di mestieri: percorre l'Italia, in treno e a piedi; passa le Alpi e va in Svizzera, Francia, Belgio, forse in Russia: si imbarca per il Sudamerica, percorre l'Argentina, se non anche l'Uruguay; e, di nuovo sbarca forse ad Anversa, riattraversa l'Europa, torna a Marradi, riparte. Nel frattempo, "in varii intervalli della sua vita errante", come ci dice egli stesso, Campana scrive e riscrive il libro che avrebbe dovuto costituire il significato ultimo, addirittura la giustificazione della sua vita... Per qualche tempo Dino spera di ritrovare se stesso nell'amore appassionato della scrittrice Sibilla Aleramo. Ma dura poco: i momenti di aggressività, di violenza irrefrenabile e immotivata, si fanno sempre più frequenti, e Sibilla, pur innamoratissima, non può far altro che fuggire. Campana continua a vagare, in preda a un turbamento crescente, ossessionato, fra intervalli di lucidità, da deliri di persecuzione. La sua vita civile finisce, di fatto, nel gennaio 1918, quando viene definitivamente internato in manicomio, dove resterà fino alla morte, avvenuta nel marzo del 1932."
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