Ultima estate (L')
E' l'alba del 4 Agosto 1962. La famiglia Picouly è in Algeria, a Fort de l'Eau, a pochi chilometri dalla capitale. Madre, padre, le due sorelline e il fratello Serge: i fratelli e le sorelle grandi sono rimasti a casa, avendo ormai messo su famiglia. Il narratore, che ha quattordici anni ma si sente troppo piccolo e decide di attribuirsene dodici, vuole vivere sin dall'alba questa giornata cruciale in cui, come ha letto sul giornale di Algeri, il "sole sorgerà per l'ultima volta".E', naturalmente, un'allusione alla proclamaziopne dell'indipendenza dell'Algeria, motivo che fa da sfondo a tutte le vicende che s'intrecciano in un sinuoso arabesco narrativo, disseminato di colpi di scena, di flash back, ma anche di attimi di paura, commozione, quasi di sgomento, dinanzi al balenare di un mondo ineluttabilmente adulto. Come se l'indipendenza dell'Algeria e quella giornata così speciale segnassero anche per il narratore, che ancora non lo sa, lo spartiacque tra i paradisi dei suoi primi anni (quel "paradiso in terra" di cui i 'pieds noirs' parlano già con nostalgia) e le fredde terre dell'autonomia adulta. Un grande canto d'addio, un commiato da un mondo che tramonta, come l'infanzia destinata a scomparire nei primi turbamenti, ma anche nelle prime emozionate scoperte di un'adolescenza che timidamente si profila all'orizzonte.
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