La famiglia Winshaw
Saga. Documentario. Thriller. Romanzo di memoria. Per "La Famiglia Winshaw", ormai tradotto in tutta Europa, si chiamano volentieri in causa tutte le definizioni care al giornalismo letterario. Ma la parola chiave è solo e soltanto 'romanzo', senza ulteriori specificazioni. Un grande romanzo, in cui l'io narrante - lo spaesato scrittore che risponde al nome di Michael Owen - si muove tra la propria storia di illusioni e traumi adolescenziali, di ambizioni azzoppate e di amori frustrati, e quella di una famiglia di rapaci dominatori, gli Winshaw. Saldamente insediati ai posti di comando della finanza, dell'economia, della comunicazione, della sanità e delle culture nazionali, i componenti della famiglia Winshaw incarnano il delirio di potere che segnato gli anni di Margaret Thatcher e ha portato l'Inghilterra allo sfascio. Dosando humour e senso del dramma, Coe intreccia sussulti della memoria e scene madri di raro vigore realistico, incrocia destini secondo la lezione di Italo Calvino, affolla la pagina di personaggi e tutti li guida, disseminando innumerevoli tracce, verso la resa dei conti, verso un'eclatante 'soluzione finale'. Generosissima di invenzioni, trucchi e incastri, "La famiglia Winshaw" è un'opera di grande intrattenimento ma anche un romanzo 'di denuncia', una impietosa rappresentazione della macchina della soppraffazione e dell'avidità.
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