Pappe, pentole e pazzie. Diario di un'emancipazione mancata
Può una donna che si è concessa il lusso di fare un altro bambino alla soglia dei quarant'anni, quando già sua figlia è nel pieno di una adolescenza sgraziata, una donna con i capelli legati dall'elastico preso dal mazzetto del prezzemolo, umiliata da golfini infeltriti e pantaloni sformati, una casalinga, insomma, aspirare ancora alla felicità?Forse no, ma tra un marito ottuso, una suocera caustica, una lavatrice impazzita e un calzino che tinge di rosa venti paia di mutande, le resta ancora lo spirito di prendere carta e penna e descrivere, sotto forma di lettere a un'amica, che invece ha osato il grande passo verso la libertà e ha piantato in asso figlio e marito, il suo "piccolo inferno quotidiano". Inferno visto con una lucidità affinata da molti anni di femminismo, ma temperata da un'ironia e da un umorismo che sono la faccia scanzonata della saggezza.
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