D'acque dolci
Frida, ha appena ucciso il suo uomo, Eric, e sta per togliersi la vita. Tra questi due momenti ripercorre le tappe salienti della sua vita, le cause del suo gesto, la storia familiare e la condizione della donna rispetto all'uomo nero, quella dei popoli colonizzati rispetto agli ex colonizzatori. Frida è nata in Francia da genitori immigrati, è studentessa a Parigi e conduce una vita in teoria moderna, in realtà profondamente legata alle sue origini. Le violenze subite da generazioni di donne suscitano una paura ancestrale che condiziona la sua esistenza e la sua relazione con l'altro sesso. Sua madre l'ha costretta alla negazione della propria fisicità, nel timore dell'uomo nero inaffidabile e infedele, e nell'orrore per tutto ciò che è legato al sesso. Lei, dopo aver sperimentato la libertà sessuale, conosce uno studente antillese, Eric, e scopre con lui l'amore. Assieme potrebbero riscattarsi dal loro senso di inferiorità e liberarsi dai rispettivi cliché. Decidono di fare un viaggio ad Haiti, un'esperienza di ritorno in cerca di una nuova identità; ma lì si perdono. Eric finisce per cedere all'istinto del maschio nero che trova appagamento e vendetta nel rapporto con la donna bianca, e Frida è travolta dalla gelosia. Rifiutando la passività della donna, docile alle frustrazioni e complice dei soprusi maschili, Frida ha cercato di ribellarsi all'ineluttabile destino femminile di vittima dell'uomo, bianco o nero che sia.
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