Spaghetti cinesi

Spaghetti cinesi

Uno scrittore professionista e un donatore di sangue ugualmente professionista pranzano insieme. Sono due persone molto diverse e hanno filosofie e stili di vita opposti, ma vivono nella medesima realtà, la Cina post-Tienanmen, quella delle grandi opportunità, delle libertà ritrovate e dei facili guadagni. Mentre mangiano, lo scrittore confida all'amico che il Partito gli ha commissionato un romanzo propagandistico incentrato su Lei Feng, una sorta di Stakanov cinese. Ma il vero problema è che sono altri i personaggi che popolano il suo immaginario. Complice una bottiglia di buon vino, racconta allora di un trentenne che, acquistata una fornace di seconda mano, avvia una brillante attività di cremazione di cadaveri, più costosa del servizio pubblico ma più veloce e con una serie di optional. L'imprenditore, col passare degli anni, trova in quest'attività una proficua fonte di guadagno e uno sfogo alle sue frustrazioni, tanto che alla fine convincerà anche la madre a farsi cremare viva. Poi c'è l'editor di successo che, per insoddisfazione coniugale, si impegola in una serie di vorticose avventure amorose che lo porteranno dritto al tracollo. C'è la ballerina professionista che vuole suicidarsi sul palco perché amareggiata dalla vita; il padre che vuole disfarsi della figlia ritardata perché solo così potrà sperare di avere un figlio maschio. C'è lo scrittore su commissione che passa tutto il tempo a comporre lettere d'amore per gli altri, finché non s'innamora lui stesso di una delle donne-destinatarie. Alternando il corrosivo sarcasmo a divagazioni di costume assolutamente leggere, come quando parla di mille prelibatezze culinarie o degli innumerevoli nomi con cui si definisce il seno delle donne, Ma Jian dimostra di essere un raffinato e disincantato psicologo del gesto e del sentimento e, grazie alla finezza della sua analisi, i personaggi ci coinvolgono all'istante nel loro vissuto.
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