Sabotaggio olimpico
Barcellona, Olimpiadi del 1992. II detective Pepe Carvalho è deciso più che mai a isolarsi dal mondo per un po'. Vuole sfuggire al delirio che invade la città. Charo, la sua compagna di sempre, se n'è andata, Biscuter, il suo cuoco di fiducia, è a Parigi per uno stage su minestre e consommé. Niente quindi lo trattiene in città, o almeno così crede. Una notte però fanno irruzione in casa uomini armati, servizi segreti, politici spagnoli e internazionali, presidenti di organizzazioni sportive, Nazioni Unite ecc. per chiedergli, meglio ordinargli, di occuparsi di un caso delicatissimo e importantissimo: è in atto il sabotaggio delle Olimpiadi, hanno rapito alcuni sportivi, molti atleti bianchi stanno facendo delle cure per diventare di colore e quindi più forti negli sport, addirittura le stesse attrezzature sportive sono state manomesse con motori di ogni tipo per fornirle di capacità sorprendenti. Siamo davanti a un caso internazionale dalla portata storica. Chi c'è dietro i rapimenti? Forse gruppi marxisti che combattono il capitalismo? Una sera si presenta a casa di Carvalho una culturista serba, figlia di Tito, che afferma di sapere dove sono tenuti i sequestrati. Nel frattempo, la situazione internazionale si complica ancora di più: il presidente Bush padre è deciso a bombardare Barcellona, confondendola con Baghdad. Mettiamo assieme Pepe Carvalho e il suo mondo già un po' folle, personaggi dell'ambiente politico e culturale spagnolo e internazionale, rappresentanti religiosi, disquisizioni filosofiche. Agitiamo il tutto e versiamo. Il risultato è questo romanzo delirante, onirico, assurdo e geniale, come solo dalla penna di Manuel Vazquez Montalban poteva uscire. Un romanzo che inquieta anche per il suo esatto tenore profetico. Non una parola, non una frase sono scritte o pronunciate a caso, in tono neutro o semplicemente descrittivo. L'ironia e il sarcasmo pervadono il testo fin nel midollo, lasciandoci senza fiato e senza la possibilità di riposarci un minuto.