Psicologia medica
Perché il medico possa essere nella condizione di comprendere il tipo di rapporto che si stabilisce con il suo malato e possa trasformarlo in atto terapeutico, è necessario che possieda un minimo di conoscenza dei processi che regolano la relazione umana ed il rapporto medico-malato in particolare. I medici, soprattutto quelli che praticano la medicina generale, dovrebbero disporre di una sufficiente comprensione della propria personalità nonché delle proprie reazioni emotive ai problemi suscitati dal contatto con il paziente. Inoltre è indispensabile una conoscenza, almeno superficiale dei principi della psicopatologia, in particolare dell'importanza dei disturbi dello sviluppo infantile, specie del rapporto genitore-bambino e dei conflitti relativi. Né puo' essere ignorata, per una corretta ed efficace pratica medica, l'importanza dei problemi di identificazione, dei conflitti riguardanti il ruolo del sesso, dell'azione di esagerati sensi di colpa e di angoscia, dei principali meccanismi di difesa e dei processi di interazione umana specie nell'ambito della famiglia. Così come è fondamentale avere una sufficiente conoscenza dei metodi psicoterapeutici, per essere in grado di consigliare questo tipo di terapia e di cooperare con il terapeuta quando uno dei propri pazienti è in trattamento.Ora questo minimo ma fondamentale bagaglio culturale - non istituzionalizzato nell'insegnamento accademico - non poteva essere, fino ad oggi, acquisito che a prezzo di faticose letture, che rischiavano di essere dispersive nel già fin troppo ristretto limite di tempo di un medico; e nel campo delle applicazioni pratiche poi, solo alla condizione di una ricerca estenuante nella letteratura. Il libro di Schneider offre, in una lettura gradevole, pur se rigorosa dal punto di vista scientifico, la possibilità di colmare questa lacuna. Esso risponde all'aspettativa, ed esaurisce il suo compito, sia nella prima parte, dedicata appunto all'esposizione delle basi teoriche, sia [...]
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