Mosca-Petuskì e altre opere
"Mosca-Petuski e altre opere" è la prima raccolta sistematica, condotta sui manoscritti originali, della gran parte delle opere di Venedikt Erofeev. "Mosca-Petuski", che dà il titolo alla raccolta, è il testo più celebre di Erofeev, apparso in Russia sotto forma di 'samizdat' nel 1973, un vero bestseller clandestino, stampato in russo in Israele nello stesso anno, tradotto nel 1976 in Francia e nel 1977 in Italia da Feltrinelli col titolo "Mosca sulla vodka", a cura di Pietro Zveteremich, qui riproposto nella nuova traduzione di Gario Zappi. Quest'opera diede all'autore una certa notorietà, anche in Italia, per la straordinaria efficacia grottesca, tragicomica dei torrenziali monologhi di un ubriaco che narra un viaggio forse mai compiuto. Il pianeta Erofeev, però, è ancora tutto da esplorare, essendo l'autore uno scrittore eclettico, irregolare, forse tra i più irregolari della letteratura russa, che ha fatto e farà a lungo discutere critici e lettori. Nella presente antologia trova posto anche un saggio acuto e satirico su Rozanov ("Vasilij Rozanov visto da un eccentrico"), autore celebre negli ambienti decadenti russi per un commento sul pensiero di Dostoevskij. Il saggio "offre la possibilità di comprendere fino a che punto la cultura post-stalinista fosse assetata di modelli letterari e religiosi" (Viktor Erofeev). Con "La notte di Valpurga" o "I passi del Commendatore", una tragedia in cinque atti, Erofeev scrive un violento testo teatrale su un tema caro alla cultura russa. Fa parte della raccolta anche "La mia piccola leniniana", un'opera condotta sulle citazioni di Lenin, che ha per protagoniste le figure femminili della sua vita. Sono "passi scelti dalla corrispondenza privata di lavoro di Il'ic, dal momento in cui imparò a scrivere al momento in cui (1922) a scrivere disimparò". Autore di testi eretici rispetto al conclamato realismo socialista, da lui trasformato in iperrealismo surreale, Venedikt Erofeev configura nelle sue opere l'assurdo, l'irrisione, la satira politica, la beffa, la spacconata da guitto, la tragedia e rimane a noi "come retaggio di un mondo ormai scomparso, di un'opposizione a un'ideologia totalitaria ormai definitivamente fattasi Storia". (Gario Zappi)
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