Giudizio universale

Giudizio universale

"Si accende una luce accecante. Uno spazio enorme, di cui non si vedono i confini. Ci sono tante nuvolette che sembrano batuffoli di cotone. Poi un profumo molto gradevole, leggero, che poi non è un profumo, perché quando arriva subito si dissolve, come se fosse un miraggio. Quella luce accecante stordisce. Un silenzio assoluto, denso". Così comincia "Giudizio universale". E da quel luogo inondato di luce comincia la resa dei conti di Paolo Villaggio. L'antefatto di questa storia l'hanno scritto e raccontato in molti - un meteorite si schianta sulla Terra, il genere umano si estingue - ma in pochi hanno descritto ciò che avviene dopo. Il dopo assomiglia molto a un tribunale. Ci sono i giudici - Dio, Gesù, Buddha, Maometto, le divinità indiane e diversi intrusi - c'è un segretario - la Colomba - e ci sono i "chiamati in giudizio" - l'umanità intera. All'inizio, certo, c'è confusione, molta confusione. Ogni divinità vuole prevalere, avere la prima - o l'ultima - parola, stabilire la supremazia in base alla conta dei fedeli. Ben presto, però, il Giudizio comincia, non c'è tempo da perdere. In rigoroso ordine alfabetico, uomini e donne vengono chiamati a esporre la bontà o meno del loro operato terreno.. Come un cronista appassionato e curioso, Paolo Villaggio assiste alla "chiama" e alle "testimonianze", concentrandosi sui personaggi più noti della Storia dell'Umanità. Da Maria Antonietta a Hitler, da Leonardo Da Vinci a Evita Peron, da papa Wojtyla a Obama...
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