Donne in quota. È giusto riservare posti alle donne nel lavoro e nella politica?
Una quota garantita per le donne nel sistema della rappresentanza politica è una misura che giova alla causa delle donne e della democrazia? L'interrogativo è emerso in Italia negli anni Novanta, abbracciando un tema - quello delle politiche pubbliche volte a favorire un gruppo svantaggiato - già ampiamente dibattuto in altri paesi, primo tra tutti gli Stati Uniti, dove le politiche di "azione positiva" sono nate. "Donne in quota" affronta il tema collocandolo nella problematica più ampia dei diritti, della giustizia e della democrazia. Il libro si propone di dare al lettore italiano gli strumenti per giudicare, contestualizzando il problema, fornendogli gli indispensabili rimandi critici e mettendo a confronto le ragioni a favore e quelle contrarie. I primi quattro saggi oppongono in contraddittorio due filosofi (Antonella Besussi e Marco Santambrogio) e due giuristi (Marzia Barbera e Stefano Nespor); Anne Philips fornisce la necessaria cornice teorica; Alessandro Pizzorusso e Emanuele Rossi affrontano il tema delle quote in riferimento alla Costituzione italiana. Come ricorda Giuliano Amato nella sua Prefazione, la proposta di introdurre un correttivo legale alla disparità di accesso alla rappresentanza politica può essere o meno condivisa ma non ignorata, perché essa riguarda la capacità di un popolo di costituirsi come comunità libera e democratica.(Testi di: Marzia Barbera, Bianca Beccalli, Antonella Besussi, Stefano Nespor, Alessandro Pizzorusso, Emanuele Rossi e Marco Santambrogio)
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