Perdersi m'è dolce... Piccolo manuale per perdere l'orientamento e imparare a vagabondare senza meta
Nell'era di Gps e Google perdersi è visto come un inutile spreco di tempo. Eppure, è una delle più antiche strategie di conoscenza dell'umanità, e i suoi vantaggi sono innegabili: se fosse andato dove voleva, Colombo non avrebbe mai scoperto l'America, Hänsel e Gretel non avrebbero mai sconfitto la strega malvagia e anche noi avremmo molto meno da raccontare al ritorno dalle vacanze. Come ogni manuale che si rispetti, questa "antiguida" è suddivisa in tre parti. La prima, dedicata ai principianti, si concentra sui motivi per cui ci si perde e sulle strategie per tornare a casa sani e salvi. La seconda parte, dedicata agli avanzati, si concentra sui processi mentali che il nostro cervello attiva quando scegliamo un percorso, il tutto corredato da storie avventurose di viaggiatori (famosi e non) o anche di semplici gitanti fuori porta. L'ultima parte, dedicata agli esperti, si concentra sulle strategie utili a orientarsi, sui comportamenti più adeguati da tenere in caso di smarrimento e sulla filosofia del vivere qui e ora. Con sagacia e ironia, Kathrin Passig e Aleks Scholz mostrano come perdersi renda più intelligenti, ricchi e soddisfatti, e qualche volta faccia addirittura arrivare prima a destinazione.
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