Ultimo quaderno (L')
Oltre a essere stato uno dei più importanti scrittori viventi, José Saramago è sempre stato un acuto osservatore della realtà. Iscrittosi clandestinamente al Partito comunista nel 1969, nel periodo in cui il Portogallo era retto dal regime dittatoriale di Salazar, ha sempre accompagnato alla propria attività poetica e letteraria la chiarezza del proprio impegno politico. E noto anche per le sue posizioni marcatamente anticlericali, che lo hanno visto al centro di aspre polemiche in patria, tanto da indurlo ad andare a vivere alle Canarie. Con l'avvento del digitale, Saramago non si è fatto cogliere di sorpresa. A quasi novantanni ha aperto un blog, con cui manteneva un rapporto diretto con i lettori e commentava l'attualità politica e letteraria internazionale. Sono testi che rispecchiano a pieno il suo lungo percorso ideologico. Si spazia dalle riflessioni sul futuro del pianeta ai propositi per il nuovo millennio, da temi "globali" come la questione degli indios al panico da pandemia per la cosiddetta "suina". "Fino a quando, o Berlusconi, abuserai della nostra pazienza?". "Una cosa pericolosamente simile a un essere umano, una cosa che organizza feste e orge e comanda in un paese chiamato Italia. Questa cosa, questa malattia, questo virus minaccia di essere la causa della morte morale del paese di Verdi se un vomito profondo non riuscirà a strapparla dalla coscienza degli italiani prima che il veleno non finisca per corrodere le loro vene e spezzare il cuore di una delle culture più ricche.
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