Bauhaus
Per il centenario della fondazione di Bauhaus, una raccolta che restituisce un'epoca rivoluzionaria e insieme "l'irrinunciabile voglia di cercare, con tutti i mezzi, di dare risposte socialmente e culturalmente innovative alle esigenze della fase storica in cui ci tocca in sorte vivere". Una serie di testi che Tomás Maldonado ha scritto nel corso della sua lunga carriera di docente e studioso, attraverso i quali ha preso, in diverse circostanze, "posizione nei confronti della 'tradizione Bauhaus'". Si tratta in parte di saggi già editi, ai quali si aggiunge il testo «Ist das Bauhaus aktuell?» (È attuale il Bauhaus?) scritto in occasione delle commemorazioni del novantesimo anniversario della fondazione della Scuola e oggetto della sua open lecture a Weimar. Le ragioni di questa ripresa non sono celebrative, ma puntano a testimoniare lo sguardo critico di un protagonista che con l'esperienza del Bauhaus aveva dovuto fare i conti quando nel dopoguerra in Germania aveva avuto, con altri, l'onere di avviare la Hochschule für Gestaltung a Ulm, la nuova scuola di progettazione che ha segnato indelebilmente la storia della formazione in design del secondo Novecento. Guardare ai due modelli, e soprattutto alle discontinuità con il passato che Maldonado ha impresso con il nuovo progetto pedagogico, significa oggi avere materiale per discutere dell'eredità delle due Scuole, ma anche - per usare le parole di Maldonado - per condividere del Bauhaus "l'irrinunciabile voglia di cercare, con tutti i mezzi, di dare risposte socialmente e culturalmente innovative alle esigenze della fase storica in cui ci tocca in sorte vivere". Il volume comprende - oltre allo scambio epistolare con Walter Gropius - alcuni documenti inediti che arricchiscono la conoscenza diretta degli avvenimenti, in particolare il carteggio fra Maldonado e Max Bill.