Donne globali. Tate, colf e badanti
Le donne si muovono nel mondo più facilmente e frequentemente di quanto non sia mai accaduto in precedenza. Ma per ogni donna manager che macina chilometri nei voli transcontinentali, esistono moltitudini di donne i cui viaggi restano nell'ombra. Ogni anno, a migliaia, lasciano l'America Latina, le Filippine e gli altri paesi del Terzo Mondo per lavorare nelle nostre case. Questo trasferimento su larga scala di lavoro tradizionalmente associato al ruolo femminile produce uno scambio diseguale. In un calcolo virtuale, le energie che vengono a mancare nei paesi occidentali con il prepotente ingresso delle donne nel mondo del lavoro vengono sottratte ai paesi poveri, spesso con conseguenze devastanti per le famiglie che le migranti si lasciano alle spalle. La bambinaia filippina, la collaboratrice domestica pakistana, la badante peruviana colmano il 'deficit di cura' dei paesi ricchi, ma lo ricreano nel loro paese d'origine. Si tratta di un fenomeno nuovo, in cui i problemi di disuguaglianza prodotti dalla nuova economia globale si sommano alle difficoltà che le migranti incontrano nei paesi d'arrivo e alle conseguenze della loro lontananza sulla famiglia d'origine, in particolare sui figli; ma in cui emergono con prepotenza anche molti aspetti concreti e simbolici della vita quotidiana delle donne occidentali (equilibrismo per conciliare lavoro e famiglia, fuga dei mariti di fronte alle incombenze domestiche, inadeguatezza dei servizi sociali per l'infanzia). Questo libro raccoglie quattordici studi originali, condotti da studiose di diversa provenienza geografica e coordinate da Barbara Ehrenreich e Arlie Russell Hochschild. È il primo tentativo di documentare la nascita di un nuovo tipo di sfruttamento, che pretende di fare commercio dell'affetto, della cura, dell'amore.
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