Utopie sanitarie. Umanità e disumanità della medicina
Da diversi anni, Medici senza frontiere cerca di associare all'intervento diretto in zone di crisi l'analisi delle interazioni tra i soggetti dell'aiuto umanitario sulla scena internazionale e nei paesiin guerra. Questo libro raccoglie le riflessioni di alcuni membri di Msf intorno alla propria professione, la medicina, per discuterne i presupposti, le convinzioni e i metodi. "Utopie sanitarie" non è dunqueun trattato medico, ma una riflessione critica su pratiche e scelte troppo spesso considerate scontate. Nel campo degli aiuti sanitari ai paesi poveri, i medici lavorano in condizioni critiche (mancanza dimedicinali e strumenti diagnostici, alto numero di pazienti con i quali è difficile comunicare) e cercano di compensare le carenze badando all'essenziale. Non si ha il tempo di ascoltare il paziente, lo si riducealla sua malattia e lo si incasella nei diversi gruppi a rischio. La medicina perde così la sua umanità, diventa 'ingegneria dei corpi'. In modo paradossale, il medico impegnato nei paesi poveri si comportacome il collega che lavora in quelli ricchi perché entrambi riducono la pratica medica a pura tecnica.
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