Occhiacci di legno. Nove riflessioni sulla distanza

Occhiacci di legno. Nove riflessioni sulla distanza

"Tutto il mondo è paese non vuol dire che tutto è uguale: vuol dire che tutti siamo spaesati rispetto a qualcosa e a qualcuno." Il libro indaga, da punti di vista diversi, le potenzialità cognitive e morali, costruttive e distruttive dello spaesamento e della distanza. Perché una lunga tradizione ha attribuito allo sguardo dell'estraneo - del selvaggio, del contadino, dell'animale - la capacità di svelare le menzogne della società? Perché nel Medioevo, durante i funerali dei re di Francia e d'Inghilterra, veniva portato in processione un fantoccio detto "rappresentazione"? Perché lo stile è stato usato, a seconda dei casi, per includere o per escludere la diversità culturale? Perché ricorriamo così spesso a metafore visive come "prospettiva" o "punto di vista"? Uccidereste un mandarino cinese sconosciuto se vi venisse offerta una grossa somma? Gesù era cristiano? Nove sguardi sul mondo, da vicino e da lontano.
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