Come se finisse il mondo. Il senso dell'esperienza schizofrenica
Cosa si nasconde in questa realtà umana e psicologica che siamo soliti chiamare schizofrenia, benché la definizione sia inadeguata (e andrebbe forse cancellata) a cogliere il senso della sofferenza e della fragilità che sono in essa? Leggendo questo libro, che intende solo descrivere con il linguaggio dell'immediatezza e della semplicità i contenuti psicologici e umani delle esperienze psicotiche, è possibile cogliere in esse, non aggressività e destituzione di senso, ma stremata sensibilità e sconvolgente intuizione, delicatezza d'animo e sfolgorante creatività (come quella di Antonin Artaud e di Gérard de Nerval), che sfidano i modi di essere banali e quotidiani di ogni esistenza "normale". Non si può cogliere il senso misterioso e palpitante di quello che è il mondo dei sentimenti (delle emozioni) nella "vita normale" se non attraversando le ombre proustiane di un'esistenza psicotica: segnata dall'angoscia e dalla disperazione ma trasfigurata dalla luce dell'interiorità e dal dolore (dalla sofferenza). Come dice, in questo circolo di idee, Maurice Blanchot: "Strani rapporti. L'estremo pensiero e l'estrema sofferenza aprono forse il medesimo orizzonte? Forse soffrire è, in definitiva, pensare?".
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