Mente umana, mente artificiale
Importanti contributi della ricerca teorica ed empirica si sono andati accumulando in questi ultimi anni, smentendo lo scetticismo con cui era trattato il progetto multidisciplinare della scienza cognitiva. Nata sul dogma dell'uomo elaboratore di informazioni, in stretta analogia al calcolatore, tale scienza si è occupata di studiare i meccanismi, le procedure, le regole di elaborazione del messaggio informativo dal momento in cui entra nel corpo umano a quando ne esce, si è occupata cioè di svelare il tabù comportamentista del contenuto della misteriosa 'scatola nera'.Diversi sono stati i livelli e gli angoli visuali con cui si è cercato di raggiungere l'obiettivo: filosofico, linguistico, psicologico, biologico e informatico. A questi differenti livelli è stata collegata anche l'iniziale contrapposizione tra due programmi di ricerca per lo studio della mente, a prima vista inconfrontabili: da una parte il riduzionismo neurobiologico e cibernetico, dall'altra il programma linguistico-mentalistico e informativo. Oggi la multidisciplinarità e anche la vecchia contrapposizione tra i due programmi si può considerare in parte superata.Significativa, al riguardo, è una famosa metafora di David Marr: come è impossibile capire il volo di un uccello esaminandone le penne delle ali soltanto, ma è necessario conoscere i vincoli e le limitazioni cui è sottoposto e come esso riesca a neutralizzarli nel superare la gravità e volare, così per capire la mente non è sufficiente avere conoscenza di un solo livello, ma si deve essere capaci di descrivere le risposte dei neuroni, di predire i risultati degli esperimenti di psicologia e di scrivere un programma al calcolatore che analizzi e interpreti i risultati ottenuti precedentemente.Il volume "Mente umana, mente artificiale" compie un ulteriore passo in avanti in questa direzione.
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