Una teoria della giustizia
Uscito nel 1971, "Una teoria della giustizia" di John Rawls può essere ormai considerato un classico della filosofia morale e politica contemporanea, da più di vent'anni al centro della discussione e della critica. Portando a un alto grado di generalizzazione e astrazione la tradizionale teoria del contratto sociale, Rawls propone una teoria della giustizia come equità che ha per oggetto i principi che modellano l'assetto fondamenale delle istituzioni della società. I principi di giustizia sono quelli che persone razionali sceglierebbero in una posizione iniziale di eguaglianza. In questa situazione ipotetica, nessuno conosce la propria posizione nella società, la propria sorte nella distribuzione, naturale e sociale, di doti e capacità. Deliberando dietro un 'velo di ignoranza', gli individui determinano i loro diritti e doveri, accordandosi sullo schema equo (giustificabile per tutte le parti) di distribuzione dei costi e dei benefici della cooperazione sociale. "Una teoria della giustizia" è un libro di filosofia. Ma, come spesso accade con i migliori lavori filosofici, non è un libro per soli mostri o studiosi di filosofia: esso interessa direttamente le scienze politiche e sociali, dal diritto alla sociologia, dall'economia alla politologia. Infine, esso è un'impresa intellettuale e una sfida per chiunque ritenga rilevante e desiderabile la discussione e l'argomentazione razionale intorno ai principi che modellano le istituzioni di società a tradizione democratica. Salvatore Veca
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