Non farcela come stile di vita. Una guida per diversamente performanti
Noi diversamente performanti esistiamo davvero, non solo nei giudizi delle nostre madri e nella nostra psiche. Noi, che non ci collochiamo né qui né lì, o meglio, a volte qui, a volte lì, tiriamo avanti per la nostra strada con una sola costante: ci sentiamo sempre come se stessimo perdendo qualcosa, in colpa, in difetto. "Le donne hanno risorse infinite", "come lo fa la mamma non lo fa nessuno", "i figli sono delle madri", "le donne sono multitasking". Quante volte abbiamo sentito queste frasi? Belle eh, ma non ci vivremmo. Pettineranno forse il nostro ego, ma ormai abbiamo capito la tattica e respingiamo al mittente i complimenti: preferiamo essere disorganizzate, approssimative e procrastinatrici. Sì, abbiamo bisogno di un metodo, che poi ovviamente non seguiremo. Avremmo bisogno di una guida, ma – siamo serie – chi avrebbe la perseveranza di darle retta? L’unica coerenza che ci riserviamo è quella verso un modello che abbiamo scelto noi, verso noi stesse. E a volte neanche quella. In quanti modi si può essere inadeguate? L’unica regola è che non ci sono regole. E, se anche ci fossero, abbiamo perso il foglio sul quale ce le eravamo appuntate. "Lavora come se non avessi una famiglia e prenditi cura della famiglia come se non avessi un lavoro": è il paradosso moderno. Quindi non perdiamo tempo, e troviamo la via meno difficile, sediamoci e guardiamo passare quelle che ce la fanno, che la strada è larga e c’è spazio per tutte. Noi abbassiamo le aspettative e abbracciamo la nostra inadeguatezza. E se il modo di farcela fosse proprio non farcela?